Il progetto è finalizzato allo studio dei carichi navali di marmi di età romana imperiale naufragati nei mari dell'Italia meridionale. Le ricerche hanno come obiettivo la documentazione dei carichi per mezzo di rilievi fotogrammetrici in grado di restituire modelli 3D ad alta definizione e metricamente corrette grazie al rilievo delle coordinate di target posizionati sui blocchi e la campionatura sistematica dei blocchi litici per sottoporli al riconoscimento. Quest'ultima fase del progetto viene curata da Lorenzo Lazzarini, direttore del Laboratorio per l'Analisi dei Materiali Antichi dello IUAV. La documentazione raccolta viene quindi studiata anche grazie alla collaborazione di Simone Parizzi, ingegnere navale, per proporre una ricostruzione delle dimensioni, della forma della nave e delle sue caratteristiche idrostatiche. L'esiguità delle testimonianze dei resti lignei degli scafi impiegati per il trasporto di questi carichi straordinari (che arrivano fino alle 350 tonnellate) impone, infatti, di procedere con proposte ricostruttive partendo dalla ricomposizione del carico.
I relitti siciliani fin qui indagati permettono di ipotizzare due possibili rotte entrambe con direzione est – ovest, dal Mar di Marmara (dal quale ha origine il marmo proconnesio) verso le coste siciliane e nord africane, costeggiando la Grecia e da lì la costa Jonica della Puglia e della Calabria.
La documentazione 3D ha permesso di realizzare la realtà virtuale su molti dei siti archeologici, per permettere al vasto pubblico di navigare e di conoscere i relitti.
I relitti che fanno parte del progetto sono:
- Secca di Capo Bianco (Isola di Capo Rizzuto KR)
- Punta Scifo D (Isola di Capo Rizzuto KR)
- Marzamemi I (Pachino SR)
- Capo Granitola (Mazara del Vallo TP)
- Isola delle Correnti (Porto Palo di Capo Passero SR)
- Capo Taormina (Taormina ME)
- Torre Chianca (Porto Cesareo LE)
- Secche della Meloria (Livorno LI)
- Punta del Francese (Stintino SS)
- Porto Cervo (Porto Cervo OT)
- Dae37 - Gorgona (Isola della Gorgona LI)